Continue stragi e la dinamica delle folle: come comportarsi in caso di pericolo
Se si sa dove guardare e si riconoscono i segnali di allarme è possibile trovare alcune vie di fuga e salvaguardare la propria vita e quella degli altri
Oltre 150 persone sono morte schiacciate e molte centinaia sono rimaste ferite nella calca che si è creata durante i festeggiamenti di Halloween in un quartiere di Seul, in Corea del Sud. Circa 380 persone all’anno muoiono a causa di incidenti e schiacciamenti che si verificano quando una folla di persone diventa esageratamente densa. Sono i cosiddetti “crowd crush“, letteralmente schiacciamenti della folla, situazioni che sono andate aumentando nel secolo scorso e da cui è davvero difficile sottrarsi, se ci si trova in mezzo. Per evitare esiti drammatici come quello avvenuto pochi giorni fa a Seul, o anche un anno fa durante il music festival in Texas, occorre però non farsi prendere dal panico e agire per tempo.
Situazioni a rischio
Gli studi sulla dinamica delle folle riportano che sono principalmente tre i tipi di evento in grado di attirare un numero pericolosamente alto di persone: la religione, lo sport, e le grandi occasioni. Per quanto affollati, questi eventi non sono pericolosi finché le persone che vi prendono parte sono in grado di muoversi, correre e spostarsi. In un vero crowd crush come quello avvenuto in Corea, invece, qualunque movimento è impedito. La situazione, poi, può degenerare quando ci si trova in una condizione di panico, in cui tutti cominciano a correre per fuggire da un pericolo comune. Oppure, quando il numero di persone per metro quadro è maggiore di sei.
Perché si verifica il crowd crush
Superata la densità critica, le persone sono talmente impacchettate che il più piccolo movimento si propaga e si amplifica su tutta la massa, come la turbolenza generata da un’onda sismica. Questo avviene perché una folla così densa si comporta, a livello fisico, come un unico corpo fluido in cui le singole particelle che lo compongono (le persone) sono vincolate al moto del fluido stesso. Le persone, quindi, perdono completamente il controllo del proprio corpo e sono costrette a spostarsi in qualunque direzione la folla imponga loro di andare. Non solo, in questi momenti il corpo viene sottoposto a una pressione esterna che agisce su più lati, e che può diventare talmente forte da non consentire la corretta espulsione dell’aria da parte dei polmoni. Una condizione che si chiama “asfissia da compressione”, una delle cause di morte più comune – assieme allo schiacciamento – quando si verifica un crowd crush.
I primi segnali di pericolo
Il primo segnale che il luogo in cui siamo potrebbe diventare troppo affollato è che, senza volerlo, si continua a scontrarsi continuamente con almeno una o due persone. Come regola generale, se si hanno contemporaneamente due punti del nostro corpo in contatto con qualcun altro, la densità attorno a noi può essere considerata a rischio. Se questi punti diventano quattro, non si riescono a muovere le braccia e ad alzarle per toccarsi il viso, allora ci si trova in una situazione di pericolo ed è meglio cominciare a cercare una via d’uscita. A questo punto, sono due le situazioni molto pericolose: la prima è quando le persone che si trovano in fondo a una folla spingono avanti senza sapere cosa stia succedendo e cosa impedisca il movimento. La seconda è che una persona che si trova davanti, in testa alla folla, cada, generando un effetto domino. Prima che questo avvenga, se ci si trova in un luogo di affollamento e lo spazio attorno a sé diminuisce progressivamente, non bisogna attendere di non avere più margine di manovra. Appena si percepisce il disagio della densità che cresce, bisogna cercare di uscirne.
Cosa fare se l’affollamento diventa pericoloso
Per uscire dalla folla prima che la situazione diventi ingestibile, la prima cosa da fare è mantenere la calma e, per quanto possibile, guardarsi intorno per cercare vie di fuga. Capire, soprattutto, dove si trova il punto di massimo affollamento e se ci si trova ancora in una zona marginale. In questo caso, cercare di girarsi e tornare indietro.
Se invece fosse già troppo tardi, non bisogna ostacolare il movimento del fluido ma assecondarlo, cercando di concentrarsi per mantenere sempre l’equilibrio ed evitare di cadere, o far cadere altri. La caduta di una persona, infatti, è una delle situazioni peggiori che possa verificarsi, perché innesca un effetto domino che coinvolge e mette in pericolo moltissime persone. Se questo accade, comunque, è bene mettersi in posizione fetale con gli arti raccolti il più possibile nel corpo.
Quando resistere e quando assecondare la folla
Resistere al movimento della folla può venire naturale ma è un inutile spreco di energia. Bisogna invece cercare di preservare energie e, soprattutto, ossigeno: le persone in queste situazioni muoiono principalmente perché non riescono a respirare. Per questo, è importante non alzare le braccia ma tenerle vicine al corpo, meglio se al livello del petto, e utilizzarle per ricavarsi lo spazio necessario a respirare.
Ci sono alcuni casi, tuttavia, in cui resistere al movimento che impone la folla è necessario: quando ci si trova in prossimità di pareti, barriere o cancelli. In quel caso finirci contro è pericolosissimo.
Bisogna cercare di aiutarsi
È importante, infine, cercare di aiutarsi. Aiutare una persona quando cade e abbiamo la possibilità di farlo, ad esempio. Oppure portare le persone vicine a noi in salvo, se troviamo una via di fuga. Le situazioni in cui prevale l’individualismo sono le più pericolose e le più tragiche. Succede soprattutto quando si scatena il panico e l’intera folla sta cercando di fuggire da un pericolo comune. Non aiutare chi è in difficoltà se c’è la possibilità di farlo, in queste situazioni, è il primo modo per non aiutare nemmeno se stessi. Aggressione e Capacità di Reagire – Difesa Sicura Krav Maga (difesa-sicura.it)
Centinaia di persone calpestate e schiacciate: cosa è successo?
La strage nella capitale della Corea del Sud: nei video e nelle foto che circolano sui social si vedono soccorritori che eseguono manovre di rianimazione a persone in strada, decine di ambulanze e altri mezzi di soccorso e file di corpi coperti da teli
Sabato sera in quelle strette vie c’erano circa centomila persone, secondo i media locali: ad un certo punto, non è ancora chiaro per quale motivo, in una via su cui si trova uno degli ingressi della stazione la pressione della folla ha cominciato a crescere e centinaia di persone sono rimaste schiacciate o calpestate.
Molte persone sono rimaste schiacciate dopo che una grande folla ha iniziato a farsi avanti in uno stretto vicolo vicino all’Hamilton Hotel. Le prime richieste di aiuto parlavano di decine di persone colte da arresto cardiaco.
La stessa storia “dell’arresto cardiaco” era già il segnale di qualcosa di anomalo: infatti, in Sud Corea i soccorritori parlano così di una persona finché un medico non ne dichiara ufficialmente la morte.
Secondo quanto riporta l’Associated Press, che cita fonti locali, la calca si sarebbe formata per un presunto avvistamento di una celebrità, non identificata.
le testimonianze:
Secondo uno dei testimoni: “Le persone hanno continuato a spingere ed altre sono state schiacciate”, ha raccontato chi è riuscito a salvarsi, descrivendo una scena da incubo. “Le persone schiacciate sotto la folla piangevano e ho pensato che sarei stato schiacciato a morte anche io, respirando attraverso un buco e chiedendo aiuto”.
I video che sono circolati sui social mostrano decine di corpi coperti da teli di plastica blu sul ciglio della strada. Secondo i sopravvissuti, le strade intorno a quella dove è scoppiata la calca, la principale via pedonale, erano così affollate da rendere difficile l’arrivo dei servizi di emergenza. Ad un certo punto, è come se si fossero creati due blocchi umani contrapposti che premevano l’un l’altro. “C’era chi spingeva per uscire fuori dal vicolo, e c’era chi spingeva per entrare”, ha raccontato un residente.
Alcuni testimoni evidenziano come già alcune ore prima dell’incidente, avvenuto alle 22 locali, la situazione stesse rapidamente degenerando. “Era molto chiaro che c’erano tante persone qui, probabilmente il numero maggiore che abbia mai visto e la folla si stava radunando sempre di più. Verso le 22 era chiaro che c’erano troppe persone, eravamo così schiacciati sul marciapiede al punto che abbiamo dovuto riversarci sulla strada dove c’erano delle auto”.
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