IL COLORE DELLA DIFESA PERSONALE

Uno schema per definire un cambiamento nel modo di porsi di fronte ad una emergenza, partiamo da:

Livello di prontezza ed il codice colore di Cooper.

Jeff Cooper ha definito il nostro stato mentale nei confronti di un potenziale pericolo.

Jeff Cooper è considerato il padre delle tecniche di tiro moderne, il codice schematizza gli stati mentali e gli atteggiamenti che portano un individuo ad affrontare un potenziale pericolo, dal quale potrebbe necessariamente difendersi. Il codice si riferisce alle azioni che l’individuo dovrà intraprendere per risolvere una situazione potenzialmente pericolosa, passando da un livello all’altro della scala colore.

I colori associati al nostro stato d’animo in base alla situazione di pericolo.

Un confronto potenzialmente mortale non è qualcosa che un persona si aspetta, e questo codice permette di avere una sequenza su cui lavorare per prepararsi ad affrontare situazioni di pericolo.

BIANCO: Ci si trova in uno stato completamente rilassato, inconsapevoli e impreparati. Condizione tipica di chi si trova nella propria casa, convinto di essere in una “bolla” di sicurezza inviolabile. Uno stato prettamente esclusivo dell’essere umano, nessun animale si troverà mai nello stato di colore bianco. Se attaccati in questo stato, l’unica cosa che potrebbe salvarvi è l’inadeguatezza e l’inettitudine del vostro aggressore. Non ci sono apparenti rischi o minacce. In questa condizione si è inermi e completamente vulnerabili. 60-80 battiti per minuto.

GIALLO: Allerta rilassata (Pre allerta). Non ci sono situazioni specifiche di pericolo. Non ci sono pericoli specifici ma siete consapevoli che il mondo non è un posto amichevole e siete preparati a reagire se necessario. Usate i vostri occhi e le orecchie per individuare potenziali situazioni anomale nello spazio che vi circonda;  il vostro portamento deve segnalare a chi vi sta attorno che siete all’erta e pronti a rispondere ad eventuali atteggiamenti ostili. Dovremmo assumere questo stato ogni qualvolta siamo al di fuori della nostra abitazione e ci troviamo a contatto con il mondo esterno. Questo è il primo livello di allerta è necessario osservare con maggiore attenzione ciò che ci circonda. Chi ha seguito i corsi di Krav Maga, sa che bisognerebbe essere sempre in questa condizione di vigilanza. 80-100 battiti per minuto.

ARANCIONE: Allerta specifica. Qualcosa che non quadra ha attirato la vostra attenzione e siete concentrati su quella cosa. Qualcosa “non va” in una persona, in un oggetto o in una particolare situazione. Qualcosa potrebbe accadere. Potete vivere in questo stato per ore con facilità, tuttavia se il tempo di permanenza in questo stato dovesse aumentare il livello di stress potrebbe raggiungere soglie elevate con conseguente eccessiva stanchezza e perdita di concentrazione. Probabile o imminente attacco, rischio elevato. Scontro fisico altamente probabile se non troviamo una via di fuga, stato di massima allerta. 100-130 battiti per minuto.

ROSSO: Molla del combattimento (proattivo) . La vostra “molla” mentale è: “Se quella persona farà “x” io la neutralizzerò.” Attacco in corso, contatto fisico inevitabile. Aggressione fisica / verbale o estrazione di armi. L’uso delle tecniche di Krav Maga è inevitabile. 115-140 battiti per minuto.

NERO: “Qualcuno aggiunge il colore nero”. L’USMC usa “Condition Black”, anche se originariamente non faceva parte del codice colore di Cooper. “Condizione Nera” o “combattimento in corso” è anche usato per significare “immobilizzato dal panico” o “sopraffatto dalla paura“.  175-220 battiti per minuto.

A questo punto state combattendo per la vostra vita, non si torna indietro. L’unica preoccupazione deve essere quella di infliggere quanti più danni possibile alla vostra minaccia con l’uso dell’arma allo scopo di far cessare ogni sua azione ostile. E’ crudo ma è così.

Il codice colore, come originariamente introdotto da Cooper, non aveva nulla a che fare con situazioni tattiche o livelli di vigilanza, ma piuttosto con il proprio stato d’animo. Cooper non ha affermato di aver inventato nulla in particolare con il codice colore, ma a quanto pare è stato il primo a usarlo come indicazione dello stato mentale.

Abbiamo accennato, parlando della condizione gialla, all’atteggiamento di prontezza che dovremmo assumere per comunicare inconsciamente a chi ci circonda che siamo pronti a reagire. Questo aspetto acquisisce una certa rilevanza, specie quando ci si riferisce a potenziali aggressioni da parte di “balordi” con finalità di scippo o rapina; è ormai dimostrato che, come in natura nel rapporto predatore-preda, il malintenzionato sceglie con cura la sua vittima individuandola tra gli individui che dimostrano, dal loro atteggiamento, maggiore debolezza o scarsa attenzione.

Scegliere la vittima. Cambiare l’atteggiamento mentale.

Fattore fondamentale da non sottovalutare per poter praticare krav maga è sicuramente la conoscenza di sé stessi, dei nostri atteggiamenti e comportamenti quando usciamo dalla nostra zona di comfort e quindi la gestione dello stress.

Dobbiamo mettere il nostro fisico (corpo e mente) nelle condizioni di reagire e sfruttare a pieno i 6 secondi che abbiamo a partire dall’inizio di una situazione stressogena.

E’ stato infatti dimostrato che occorrono sei secondi per poter metter in atto tutte le difese allo stress da parte dell’organismo. Da qui il “Six seconds model”.

Proprio per questo, i nostri allenamenti portano a gestire degli automatismi che si apprendono con l’allenamento, per far in modo che conoscendo la loro dimensione possano attuare le tecniche di difesa migliori usando le strategie che meglio si addicono al momento, per evitare il pericoloso “effetto freezing” a cui si va incontro quando non si riconoscono determinate situazioni.

Fondamentale quindi è abituarsi a situazioni di stress che gradualmente divengono sempre più complesse. Sicuramente il condizionamento fisico con esercizi che portano ad aumentare la frequenza cardiaca e respiratoria e ad affaticare i muscoli. 

Attacco violento- Stress

I colori dell’allerta sono le condizioni del nostro stato d’animo e di conseguenza la nostra prontezza reagire nella maniera più opportuna e proporzionata alla concretezza della minaccia.
Quando possibile cerchiamo la via di fuga per evitare il peggio, cioè lo scontro. In un combattimento anche se si finisce vincitori c’è sempre il rischio di ritorsioni, minacce e conseguenze legali inoltre si torna a casa con delle sicure ferite fisiche e morali.

Contattaci anche solo per informazioni.

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Non ci serve la difesa personale? – Difesa Sicura Krav Maga (difesa-sicura.it)


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